Orfeo ed Euridice
Azione teatrale per musica
Versione Vienna 1762
libretto di Ranieri de’ Calzabigi
musica di Christoph Willibald Gluck
PERSONAGGI e INTERPRETI
Orfeo, Julija Samsonova
Euridice, Emanuela Scirea
Amore, Hanna Blachuta
Ombra, Fabio Midolo
pianoforte e maestro concertatore Andrea D. GOTTFRIED
messa in spazio Fabio MIDOLO
scenografia e costumi Chiara SPANÒ
L’amore al di là della morte.
Orfeo piange la sua Euridice appena morta e il suo dolore è incolmabile, non vede soluzione alcuna a tale sventura fin quando non irrompe Amore che gli dona una speranza. Orfeo può avere la sua Euridice, ma deve intraprendere un viaggio nel regno delle ombre, placare le furie col suo canto e riportarla con sé nel regno dei vivi a patto che durante il viaggio non guardi mai la sua amata. Questa la prova più grande. Durante il cammino Euridice è scossa da tanta indifferenza perché ignora la prova a cui Orfeo, per lei, si è sottomesso. I “lamenti” dell’amata inducono Orfeo a cedere, l’amore vince la legge, la passione irrazionale cede il passo alla ragione, Apollo si inchina di fronte Dioniso e Orfeo perde Euridice. L’ennesimo dolore istiga Orfeo a uccidersi a sua volta, ma giunto Amore a fermare l’atto efferato ricompensa Orfeo riportando in vita Euridice.
L’amore trionfa al di là della morte.
Il dovere etico della conoscenza di condurre l’ignoranza verso la sapienza viene meno quando le passioni umane prendono il sopravvento. Orfeo porta avanti la sua impresa, ma all’ennesima richiesta di Euridice cede. È nel cedere che Orfeo si riempie di passione profondamente umana che lo conduce a perdere quella ragione che lo rendeva un semidio. La messa in spazio ha come nodo centrale il dualismo tra ragione e irrazionalità, tra apollineo e dionisiaco che in un ideale percorso di luci e ombre muovono i passi i due protagonisti per giungere all’amore in cui questo dualismo trova piena misura.
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